Si deve a Francesco I de’ Medici la costruzione della villa e del parco di Pratolino su terreni acquistati nel 1568. Nel primo assetto del parco, esteso per 20 ettari, vennero delineati un asse longitudinale e un asse trasversale con la villa nel punto di intersezione.
Muraglie e terrazze univano la parte situata a Nord detta degli ‘Antichi’ con quella a Sud dedicata ai ‘Moderni’. L’asse longitudinale era segnato in alto da un Giove scolpito dal Bandinelli, dal colosso dell’Appennino del Giambologna, dalla villa, e da un viale di zampilli che aveva nel termine inferiore una vasca con una Lavandaia in marmo. Nel parco superiore si trovavano, oltre al Giove e all’Appennino, un grande labirinto, una cappella, e le fontane del Perseo e di Esculapio.
Nel parco del ‘Moderni’ emergevano alla sinistra del viale degli Zampilli la grotta di Cupido e la vasca della Maschera, mentre a destra vi era una grande voliera, la fontana detta dell’Ammannati e il Monte Parnaso.
Pratolino divenne celebre per le meraviglie che i visitatori provavano nell’ammirare organi idraulici, macchine eroniane simulanti il canto degli uccelli, scherzi d’acqua, e tanti teatrini di automi mossi dall’energia idrica che vi formavano un complesso fantastico. Le sue grotte, con le fontane e i giochi d’acqua furono descritti infinite volte da illustri viaggiatori, disegnate e incise da celebri artisti e rilevate da tecnici idraulici desiderosi di imitarle. La diffusione delle incisioni di Stefano della Bella con gli scorci più suggestivi del parco contribuì non poco a consacrare Pratolino come modello europeo dell’arte dei giardini.
I suoi congegni, le sue fontane e i suoi giochi d’acqua furono imitati nei giardini di Hellbrunn presso Salisburgo, dell’Hortus Palatinus di Heidelberg e di Saint Germain en Laye presso Parigi.
Alla fine del XVII secolo, Pratolino ebbe un secondo momento di splendore grazie al gran principe Ferdinando de’ Medici, che allestì un teatro nel secondo piano della villa. Per lui Alessandro e Domenico Scarlatti con Georg Friedrich Haendel composero musiche di opere messe in scena da Jacopo Chiavistelli e Ferdinando Bibbiena. Dopo il passaggio della Toscana dai Medici agli Asburgo Lorena e con l’arrivo a Firenze di Pietro Leopoldo, Pratolino venne smobilitato e si pensò di alienarlo per evitare le spese della sua manutenzione.
Soltanto nel 1814, venne iniziato il riordino del parco affidandolo al giardiniere boemo Joseph Frietsch. Con una nuova connotazione paesaggistica ebbe grandi prati, viali serpeggianti, boschetti e laghetti irregolari. La villa venne demolita e avrebbe dovuto essere riedificata con disegno di Luigi De Cambray Digny, ma la morte di Ferdinando III, nel 1824, non ne consentì la realizzazione. Pratolino, nel 1872, fu ceduto dagli Asburgo Lorena ai principi Demidoff, i quali restaurarono le fabbriche superstiti e il colosso dell’Appennino.
Pratolino rimase la residenza dei Demidoff fino al 1955 per, poi, passare al principe Paolo Karageorgevich, alla SOGENE e, finalmente nel 1981, alla Provincia di Firenze. Da tale data iniziarono i lavori per il recupero del parco sia per quanto riguarda le fabbriche e i manufatti che per l’assetto faunistico- vegetazionale e ambientale.
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Orari
Dal 28 ottobre 2024 fino a primavera 2025 il Parco è visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 14, su prenotazione scrivendo a parcomediceodipratolino@cittametropolitana.fi.it (chiuso sabato, domenica e festivi)
L’ingresso è gratuito.
Via Bolognese | Loc. Pratolino Vaglia, 50036, Italia
parcomediceodipratolino@cittametropolitana.fi.it
tel. +39 337 684085 – +39 055 4080741 – +39 055 409427
www.cittametropolitana.fi.it/parco-mediceo-di-pratolino/
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A cura di Città Metropolitana di Firenze e Stazione Utopia