Tra cibo, vino, natura e cultura

Famosi banchetti con piatti e vino che hanno fatto la storia della Toscana

Ville interessate: tutte le ville del sito UNESCO

Le cronache del tempo ci raccontano di banchetti preziosi e di una famiglia, i Medici – da Lorenzo il Magnifico a Cosimo I a Caterina de’ Medici – che, promuovendo l’agricoltura e gli allevamenti di bestiame, avevano introdotto una vera e propria rivoluzione anche a tavola. Di seguito raccontiamo solo alcuni cibi e prodotti ben sapendo che la lista è quasi infinita.

MEZZO DI TRASPORTO CONSIGLIATO

Auto, mezzi pubblici

TAPPE

6 tappe

1° TAPPA

FIRENZE E LE SUE VILLE E GIARDINI

Firenze e le residenze medicee fiorentine ci raccontano della nascita del gelato. Nel XVI secolo un pollivendolo di nome Ruggeri, partecipando a una gara di cucina indetta dai Medici, fece conoscere la sua ricetta che consisteva essenzialmente in acqua ghiacciata, zuccherata e profumata. Divenne talmente famoso che Caterina de’ Medici decise di portarlo in Francia nel 1533. Ma per il gelato che conosciamo dobbiamo aspettare l’architetto Buontalenti – appassionato di cucina e incaricato di organizzare sontuosi e scenografici banchetti – con il suo famoso gelato a base di zabaione, il “Buontalenti” o “crema fiorentina” ancora oggi preparato nelle gelaterie.
Grande storia anche per la “bistecca alla fiorentina”. La tradizione la fa risalire al tempo dei Medici quando in occasione della festa di San Lorenzo venivano accesi in città grandi falò su cui venivano arrostiti grandi pezzi di carne di vitello. Indipendentemente però da quella che può essere la sua origine, la “Fiorentina” è ancora oggi la regina incontrastata della cucina toscana.

2° TAPPA

IL MUGELLO E LE SUE VILLE

Nel XV secolo il Pulci, poeta alla corte di Lorenzo de’ Medici, cantava la gloria del tortello. In origine si trattava di una pasta ripiena di castagne e solo a partire dal 1800 il ripieno diventò di patate così come lo conosciamo oggi, protagonista di tante sagre e ristoranti del territorio.

3° TAPPA

LA VILLA DELLA PETRAIA E LA VILLA DI POGGIO A CAIANO

La Villa della Petraia era famosa per i suoi alberi da frutto nani (ciliegi e susini) perché più facili da cogliere. Gli agrumi, le piante officinali e i capperi, tanto amati da Ferdinando, completavano la ricchezza del suo giardino. Alla Villa di Poggio a Caiano, famosa per le sue cascine dove venivano sperimentate moderne tecniche per l’agricoltura e l’allevamento, nel Museo della Natura Morta possiamo ritrovare la ricchezza dei prodotti agricoli e dell’allevamento e dei frutti dell’acqua e della terra di un tempo, molti dei quali adesso non esistono più.

4° TAPPA

ARTIMINO

La Villa di Artimino, al centro di un vasto territorio collinare, era famosa per la produzione agricola ma soprattutto per la produzione del suo famoso vino. Questa divenne nel corso del tempo la cantina dei Medici e il suo vino era talmente apprezzato da avere, nel 1716, un vero e proprio disciplinare di produzione (come una DOCG di oggi) per preservarne la qualità. Altra tipica antica produzione che ci riporta al tempo dei Medici è quella dei “fichi secchi di Carmignano”, la cui produzione è oggi disciplinata da un presidio Slow Food.

5° TAPPA

LE VILLE DEL MONTALBANO

Al territorio del Montalbano, centro delle battute di caccia medicee, possiamo ricondurre molti piatti ma fra tutti il più particolare è decisamente “la lepre o il cinghiale in dolce e forte” dove la cacciagione si sposa sapientemente in un agrodolce dove il sale, lo zucchero, l’aceto, il cioccolato e la frutta secca e candita divengono protagonisti.

6° TAPPA

LA VILLA DI CERRETO GUIDI

Pare che il Berlingozzo di Lamporecchio, dolce tipico preparato nel periodo di Carnevale, fosse particolarmente amato da Cosimo I e doveva essere un dolce estremamente famoso e conosciuto perché anche Lorenzo De’ Medici ne parla, insieme agli zuccherini, nei suoi “Canti Carnascialeschi”.
A questa zona ritorniamo anche per il “carciofo empolese”, molto apprezzato da Cosimo I e da Caterina de’ Medici che lo elesse a protagonista di molte ricette come il “tortino di carciofi”.